In un articolo apparso sul Banditore di Amelia, nel marzo 2016, Emilio Lucci ha raccontato un episodio che avvenne a Porchiano oltre centoventi anni fa.
In occasione di una mostra di opere d’arte, organizzata a contorno di un Congresso Eucaristico promosso ad Orvieto, don Luigi Luzi, parroco di Lugnano a quel tempo, cercò di portarvi un prezioso ciborio quattrocentesco che era allora sull’altare della Chiesa Parrocchiale. Gli abitanti di Porchiano si ribellarono, temendo di perderlo per sempre, e bloccarono il carro che doveva trasportarlo. Ne seguì un divertente batti e ribatti, che è ben descritto nell’articolo di Lucci che si può leggere integralmente qui. L’articolo si chiudeva con una domanda: visto che il ciborio giace dimenticato in un angolo, non è forse il caso di valorizzarlo attraverso la sua esposizione in un museo?
A questa ipotesi si è dichiarato contrario, in un successivo articolo publicato sempre sul Banditore, Aldo Perelli, il quale ne ha tratteggiato la storia recente, augurandosi che il prezioso manufatto venga piuttosto ricollocato a vista nella Chiesa Parrocchiale, anziché in un museo, essendo patrimonio di tutti i Porchianesi. L’articolo di Perelli si può leggere integralmente qui.
Oggi possiamo annunciare che il prezioso ciborio grazie all’opera di alcune persone che con grande entusiasmo stanno risistemando la Chiesa Parrocchiale, è stato ripulito e ricollocato in un punto molto visibile ai fedeli, ed è davvero uno spettacolo per gli occhi ammirare un’opera del genere. Il ringraziamento va a Cristina, Luigi, Sergio, Alessandro e a tutti coloro che si stanno dedicando per dare nuova vita a queste preziose testimonianze: di fede, prima di tutto, ma anche di enorme interesse artistico.
Nei prossimi giorni sempre in questo sito e nella pagina Facebook dedicata al nostro paese, racconteremo le altre novità di questa primavera porchianese.