Non si sa con precisione in quale secolo prima del 1000 si sia formata la comunità di Porchiano. Una tradizione popolare racconta che quattro famiglie (Corsi, Ercolani, Panezi e Peracchini), venuti dalla Corsica, ne fossero i fondatori e a tal proposito si narra di una tela che ne descriverebbe le vicende, ma che purtroppo è da tempo scomparsa.
Le colonne della chiesa principale, una pietra costituita da una semplice spirale a quattro giri, e delle cornici, fanno pensare all’alto medio evo.
Si suppone un trasferimento di famiglie dalla attuale località di Luchiano (ove aveva la villa Santa Fermina) al castello di Porchiano per motivi di sicurezza. Una pergamena (dal libro camerale del cardinale Albornoz) in lingua volgare del XII secolo ha per titolo “Costituzione del Comune di Porchiano” e indica che da quel tempo era fondato, forte e indipendente da signorie feudali: “Castrum Fortiani est Ecclesiae Romanae immediatae subiectum… ibidem ponitur castellanus qui habet potestatem de omnibus praeterquam de capitibus gravioribus…”. Il testo prosegue rivelando che detto castellano doveva pagare un focatico in più epoche dell’anno e tenere dei soldati per la difesa del castello.
Protetto da mura di difesa intorno al castello con torri che ancora sono visibili, il paese aveva una sola porta di entrata a sud e un canale in cui scorreva acqua. La parte più debole era a nord: da questa parte veniva sempre espugnato. Porchiano fu uno dei diciotto castelli alle dipendenze di Amelia.
Nel 1237 i Monaldeschi di Orvieto, per avere una piazzaforte sicura contro Amelia, lo assediarono e dopo una atroce lotta lo espugnarono e lo incendiarono. Altre notizie storiche ci dicono che Porchiano risentì delle lotte fra Guelfi e Ghibellini che dilaniarono e divisero l’Italia, e infatti nel dizionario del Moroni si legge che nel 1251 vi fu un fatto d’armi fra dette fazioni ed i Ghibellini furono pienamente disfatti.
Gli abitanti di Porchiano, come appare evidente dalle notizie storiche dell’epoca, furono per lo più contrari ad allearsi con Amelia nonostante l’immediata vicinanza. Molte volte tentarono di ribellarsi agli amerini; questi però sempre li punirono crudamente attirandosi rappresaglie da parte dei vicini e dello Stato della Chiesa.
Gran danno ne subì la città e lo stesso Papa per seguire le operazioni più da vicino, come si può leggere nell’Archivio Vescovile di Amelia, si recò a Penna.
Dopo queste lotte gli uomini di Porchiano stanchi di far guerra e ricostruire il loro paese danno la giurisdizione alla vicina città nel 1317 giurandole fedeltà ed alleanza in pace ed in guerra.
Però man mano che la gioventù cresceva dimenticava le morti e le distruzioni subite nel passato e nel 1329 il giuramento di fedeltà venne infranto ed una nuova guerra contro Amelia portò il paese alla distruzione.
A distanza di nove anni (1338) domina nel paese una nuova fazione che presta un secondo giuramento ad Amelia con l’obbligo di censi annuali e della distruzione delle mura.
Nel 1416 dopo altre ribellioni (Porchiano era coadiuvato da Orvieto acerrimo nemico di Amelia, con forze di cavalleria), repressioni e assoggettamenti venne distrutta anche la rocca.
Il 20 marzo 1499 quelli di Orte insieme a soldatesche raccogliticce (spagnoli e corsi) fecero una razzia ai danni di Porchiano rubando bestiame e prendendo ostaggi. Saputo il fatto il comune di Amelia si armò dando il comando al terribile e crudele capitano di ventura Altobello Chiaravalle che aveva con sé forze di cavalleria per oltre cento cavalli.
Lo scontro cruentissimo avvenne nei pressi di Attigliano ove 118 uomini lasciarono la vita e furono fatti 61 prigionieri fra ortani, corsi e spagnoli. Undici corsi, tre spagnoli e due ortani furono impiccati, uno rilasciato ad istanza del signore Luca Savelli, ed i rimanenti furono chiusi nel campanile di Santa Fermina. Boso, capitano degli ortani, fu tagliato a pezzi insieme a Genuino di Marcone, nemico e traditore della patria, presso una fonte sita sulla via ortana (fontana di Mario). Questo fatto di crudeltà e di sangue apportò gloria ed onore agli amerini ed ai porchianesi.
Alla fine del secolo XV e nel secolo XVI Porchiano fu varie volte dominato, saccheggiato ed oppresso dalla famiglia Liviani di Alviano.
Lo stesso Bartolomeo Liviani, il famoso condottiero di Alviano, a varie riprese divenne signore di Porchiano ed il paese in questo periodo prosperò e trascorse un’epoca di benessere.
Nel 1527 allorché gli imperiali assediarono Roma (che poi devastarono e saccheggiarono), Amelia dette ordine ai più valorosi capitani di mettersi in difesa ed il vicino castello di Porchiano fu presidiato da numerosi fra i più celebri uomini d’arme al comando del magnifico capitano David Cansacchi, sperimentato guerriero, già governatore della roccaforte di Soriano.
Il Cansacchi uomo d’armi stimatissimo da papa Clemente VII (1523-1534) riattò in breve le mura e mise in difesa la rocca dove si mantenne salda resistenza in quel periodo burrascoso.
Nel secolo XVIII il popolo di Porchiano pensò bene di abbandonare le armi (strumento poco proficuo) e di ritornare al lavoro dei campi e soprattutto alla coltivazione dell’olivo simbolo di pace e di benessere.
Aggiungo qua alcune note ricevute dallo studioso di storia locale Franco Masciovecchio, ad integrazione e parziale rettifica di quanto scritto sopra. Le inserisco così come mi sono pervenute (MP).
- L’inizio della storia di questo paese è molto più antico delle date da voi riportate. Inizio nel periodo dell’Impero Romano. La illustre dottoressa Daniela Monacchi scrisse: “Sex Roscius Amerinus proprietario di tredici fondi e non castelli contigui al Tevere Alviano, Popigliano, Aquilano, Cocciano, Archignano, Marcignano, Luchiano, Porchiano, Gramignano, ecc… Sex Roscius affida questi poderi a famiglie Gens Romanae in Onomastica avevano più nomi che finivano in Ano. Come PorchiAno, nome della Gentilizio Procius tipico nome della gens romana dei Catoni, è riferito a porcus, quindi allevatori di suini.
- Le quattro famiglie venute dalla Corsica nell’anno 100? Famiglia Corsi origine Firenze? Ercolani Umbria e Marche? Panezi Napoli? Peracchini Savoia Piemonte? In nessun documento risulta la presenza di questa data. Primo atto notarile accertato del castello di Porchiano è del 1160.
- Una pergamena (dal libro camerale del cardinale Albornoz) in lingua volgare del XII secolo ecc. Il cardinale guerriero spagnolo parlava in latino e non volgare umbro vissuto nel secolo XIV due secoli dopo nel 1310 m. nel 1367.