Siamo qui per consegnare alla comunità porchianese un simbolo della nostra storia comune. Fino a qualche anno fa, questo tronco era parte di un albero ultracentenario che, insieme ad altri, si ergeva come colonna d’ingresso al bosco di Santa Cristina.
Credo che per ognuno di noi il bosco sia stato il luogo della spensieratezza, del gioco, dell’aggregazione, e abbia raccolto e silenziosamente custodito le nostre emozioni più profonde.
Le leggende popolari e in generale il carattere mitico attribuito ai boschi hanno conferito a queste piante una sorta di sacralità alimentata dalla grande devozione a Santa Cristina.
E’ per conservare questa sacralità che un gruppo di persone si è attivato per portare a termine questo progetto: una semplice edicola che possa custodire la porzione di tronco e renderla visibile.
Ognuno, a seconda della propria sensibilità, potrà attribuirle il significato che gli sarà dettato dal proprio vissuto, dai ricordi, dalle emozioni. La comunità avrà a disposizione un segno in più nel quale riconoscersi per continuare a costruire quella coesione sociale che è alla base di ogni vita comunitaria.
A questo punto mi sembra doveroso ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa edicola, ad iniziare da Francesco Cucco che si è occupato dell’abbattimento dell’albero e che, volendo testimoniare la difficoltà dell’impresa, data la notevole circonferenza del tronco, ha scattato delle foto; proprio in una di queste ha percepito una sorta di immagine, e questa scoperta ha dato il via a questa impresa di recupero e custodia del tronco stesso. Ringrazio inoltre Luciano Ghersi, Amos Mengoni, Giovanni Pacifici, Stefano Piergiovanni, Sergio Silvestrelli, Natalino Silvestrelli, Mario Tartamelli per aver prestato la mano d’opera; e le ditte Raniero Ziri, Florim Ademi, Carlo Proietti per la fornitura di alcuni materiali e mezzi. Si ringrazia il Comune di Amelia, in particolar modo l’ingegner Servi che ha redatto il progetto. Nei prossimi giorni sarà affissa una targa ricordo con i nomi di coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. Chi volesse versare un contributo, può farlo. In questa occasione mi fa piacere rivolgere un particolare ringraziamento a Siro Vincenzini, Natale Ippoliti e Carlo Consonni con i quali nel 2009 organizzammo un piccolo comitato che si occupò di creare un fondo proveniente dal contributo del taglio del bosco comunale. Infine, ma non ultimo, ringrazio Don Mario per la sua costante disponibilità.
A pochi metri dal tronco di santa Cristina e ora dall’edicola che lo protegge giace, da non so quanti anni, ignorato e abbandonato alle intemperie, un monumento a suo modo anche esso religioso alla memoria del lavoro contadino che per millenni qui è stato IL LAVORO. Mi riferisco a quella grossa struttura in legno e ferro che mi è stato detto era destinata alla ferratura o ( forse ricordo male) alla monta delle bestie, anche esse compagne di fatica degli umani.
Da anni mi dico che è il caso di salvarlo dalla distruzione e magari valorizzarlo : in qualche piazza di Porchiano o in qualche museo della civiltà contadina…tutto meno che lasciarlo all’oblio. Al limite me lo prendo io…. Lascio questo messaggio, chiunque interessato mi contatti , in ogni caso ho intenzione di parlarne anche alla Pro Loco. E naturalmente se c’è da dare una mano , ci sono.
stefano
ciao Stefano,
lascio i fronzoli e vado al sodo; per me il Tu è cosa più diretta e sincera. Le tue preoccupazioni sul travaglio (travajo) sono fondate , sincere , e fino a qualche settimana fa erano anche le mie. La mia preoccupazione non era ristrutturarlo, ma bensì trovare persone che nel tempo ne abbiano cura, senza vanificare spese e fatiche.
Ho iniziato a bonificare il terreno circostante e a ripulire con spazzole d’acciaio il telaio, impregnandolo con due mani di protettivo. La settimana prossima con l’aiuto di Mariano Peruzzi, contiamo di aggiungere al telaio le parti mancanti o che sono state asportate. Personalmente ho già preparato una descrizione storica e funzionale del telaio, con aggiunta (ancora da completare) di materiale atto alla ferratura in mio possesso. Materiale descrittivo e didattico da esporre nelle circostanze che si riterranno opportune.
Successivamente conto di riportare alla luce perchè ora interrata, la buca in cui si raccoglieva lo sterco che necessariamente i buoi seminavano ovunque.
In futuro sarà importante poterlo proteggere dalle intemperie con una struttura leggera, economica e che non impatti con le reltà circostanti. Non sarà una scelta facile perciò ogni idea è ben accetta.
Luciano Renzi per venire incontro economicamente alle spese, ha suggerito di sfruttare i soldi residui di lavori precedenti.
Anche se giuridicamente è del Comune, come memoria storica è di Porchiano, affettivamente lo sento
anche mio, perchè sono stati i miei avi a costruirlo e a lavorarci.
Ti ringrazio per la sincera disponibilità e ……….per le persone di buona volontà c’è sempre da fare.
Aldo