Roberto A. e Ivana B. sono due simpatici sposi con alle spalle oltre sesssanta anni di vita coniugale.
Abitano in Porchiano presso il Poggio dell’Ara, antica denominazione del luogo, attribuita prima ancora che facesse parte dell’urbanizzazione. In tempo passato era luogo frequentato dai paesani, perché il leggero venticello che spesso vi spirava permetteva di ben utilizzare la “gijara”: setaccio che, manovrato ad arte, consentiva di separare dalla pula i ceci e i chicchi di grano.
La loro abitazione, che è a ridosso del bosco, consente di osservare con facilità la vita della fauna che abita o frequenta la macchia sottostante. Dalle finestre di casa, era molto tempo che Roberto osservava con curiosità il passaggio di una vecchia volpe, magra e malandata. Considerando che in zona i pollai sono inespugnabili, perché ben protetti, probabilmente la poveretta si spingeva a tanto, alla disperata ricerca di qualche occasionale rimasuglio, frutto del nostro disordinato consumismo.
Roberto, preso a compassione da tanta magrezza e temerarietà, dalla cucina prese un pollo già pronto per essere infilato allo spiedo e lo mise sul sentiero che ogni sera, quasi sempre alla stessa ora, l’animale percorreva abitualmente nel suo giro di ispezione.
Per molte sere dopo, forse appagata da tanta insperata fortuna o imbarazzata dalla grande abbuffata, la volpe non si fece più vedere.
Invece seriamente preoccupata e in nervosa agitazione era la signora Ivana, che non si capacitava del come e perché il pollo fosse sparito.
Dopo tante ricerche fatte, in lungo e in largo e in ogni angolo della casa, spinta anche dalla curiosità, non certo dalla rassegnazione, pensò come ultima possibilità di chiederne qualcosa a Roberto:
– Ma… Robé… per caso hai visto dove ho messo il pollo che ho pulito? Non lo trovo più e non so che fine ha fatto…
– A proposito Iva’… nun te l’ho detto, ma… l’ho dato in beneficenza.
– Oh santo cielo, e a chi lo hai dato mai?
– L’ho dato alla gorbe, che tutte le sere passa sotto casa nostra, pora bestia! Vedessi comm’era conciata… m’ha fatto tanta pena, pora bestia… Era secca e stillita comme ‘n chiodo, sarà stato quarche mese che nun se sdiggiunaa!
– A Robé… ma te… si’ tutto matto; j’hai dato proprio quello che era tutto bello, pulito e spennato? Almeno potei dajene un altro da spenna’… che quella nun cià da fa’ niente.
– Senti Iva’… ma che male c’è? la beneficenza… o se fa per bene… o nun se fa per niente… sinnò che beneficenza è?
Il principio morale di Roberto non fa una grinza, così come le osservazioni di Ivana. E la volpe?
A riguardo non è possibile sapere il suo pensiero… forse avrebbe preferito e gustato spennare il pollo da sola?
(Articolo di Aldo Perelli, pubblicato su Il Banditore di Amelia di giugno 2018, trascritto da Marcello Paolocci)