L’organo della chiesa di San Simeone di Porchiano è stato costruito nel 1907 per volontà dell’Arciprete don Ulisse Pini, dal celebre organaro perugino Nicola Morettini, considerato una delle personalità di maggior spicco della scuola umbro-marchigiana.
Lo strumento è posto in cantoria sopra la porta d’ingresso e presenta un prospetto diviso in tre campate, rispettivamente di 5, 7 e 5 canne ciascuna, tutte appartenenti al registro principale. Sulla canna maggiore è inciso il nome del costruttore e la data: Morettini MCMVII.
Lo strumento è da considerare come uno dei più importanti della regione sia in funzione della rappresentatività dell’opera del Morettini (un organo simile del 1908 si trova a Foce di Amelia, nel santuario Santa Maria delle Grazie), che della conservazione integrale di tutte le sue parti. Lo strumento, nei quasi novanta anni di vita, concepito come “organo da accompagnamento”, ha subito pochi interventi ed è ora perfettamente restaurato dalla ditta Angelo Carbonetti di Foligno.
Nell’archivio della chiesa sono conservati tutti i documenti circa la costruzione ed il contratto che porta la data del 30 gennaio 1907: l’organo fu consegnato il 23 giugno dello stesso anno. Il costo della costruzione fu di lire 1.486,92; questa spesa fu parzialmente coperta dal recupero del materiale dell’organo storico precedente, del quale purtroppo non si conosce alcuna notizia.
La disposizione fonica dello strumento (secondo il contratto originale) è la seguente:
- L’organo risulterà composto da n. 432 canne, ripartite in n. 7 registri, cioè:
– Principale 8 p. 12 prime chiuse e rimanenti in stagno e metallone (canne 56);
– Flauto 8 bordone armonico (canne 56);
– Ottava 4 p., in metallone (canne 56);
– Pieno 2 p. 3 file, in metallone (canne 168);
– Voce celeste 8 p., in metallone (canne 42);
– Viola 8 p., in stagno (canne 42);
– Bassone 8 p. al pedale (canne 12). - In mostra vi sarà il Re secondo del Principale, con un seguito di altre 16 canne.
- La tastiera in osso ed ebano avrà 56 note, la pedaliera 24 pedali.
Molto bello e attuale l’avvertimento che l’Arciprete don Ulisse Pini segnò nel libro dei pagamenti della Parrocchia:
“Organo – osservazione necessarissima.
Accadendo un guasto e che l’Organo si stonasse o in qualunque maniera bisognasse di quale riparazione, suggerisco al Parroco o a chi ne farà le veci, di non farlo toccare da strappini che girano, i quali non faranno altro che rovinarlo, ma sibbene si dovrà chiamare qualche altro che veramente s’intende della meccanica dell’Organo e che la sappia bene accordare, non badando se ci vorrà qualche lira in più.
Questo è il mio consiglio.
(Articolo di Wijnand van de Pol, apparso su Il Banditoredi Amelia di aprile 1995, trascritto da Marcello Paolocci)