A partire da Mattia: per una biografia collettiva tra Porchiano e Paterson
Mattia Giurelli ritorna a vivere a Porchiano alla fine degli anni ’60. Ha 72 anni, era partito nel 1913 per gli Stati Uniti, di mezzo ci sono state due guerre mondiali.
Ma il primo riavvicinamento era avvenuto gìá all’inizio degli anni ’50. Arrivando aveva cercato i luoghi della sua infanzia. La casa che era anche l’osteria e la sede della Lega contadina diretta a suo tempo dal padre, dunque i luoghi della famiglia e della sociabilità politica.
Quei luoghi non c’erano più: di mezzo c’erano stati il fascismo e la guerra.
Mattia della lotta al fascismo aveva fatto un obiettivo della sua attività in America, a Paterson, la città dominata dalla industria tessile che accoglieva molti immigrati italiani. La lotta al fascismo veniva condotta soprattutto all’interno di circoli e luoghi di aggregazione culturale dove si mescolava l’impegno politico con lo svago.
C’è una sorta di filo conduttore nell’attenzione che Mattia pone alla politica intesa anche come trasmissione di esperienze, di lotte sociali e “formazione” di valori per le generazioni più giovani. Non è dunque un caso che, mentre era ancora a Paterson, incominci a prestare attenzione alla vita sociale di Porchiano inviando contributi economici consistenti per l’acquisto di quella che doveva essere la Casa del popolo.
Mattia è una figura poliedrica: è stato operaio e imprenditore, è uomo di estrema modernità ma al tempo stesso legato profondamente alla tradizione della sua terra di origine, del movimento operaio. C’è in lui uno spirito socialista e anarchico che troverà esito, come testimonia la corrispondenza ritrovata, nella relazione privilegiata con il partito d’Azione.
Una volta ristabilitosi nel paese d’origine, diviene con il parlare e con l’agire punto di riferimento per i militanti di una vasta area della sinistra. Avvia una serie di attività nelle quali coinvolge i giovani di Porchiano e dell’Amerino.
Nel 1973 partecipa alla fondazione del primo circolo Arci della zona. Ma un circolo cultural-politico è per lui ancora troppo poco. Con i risparmi americani acquista il bosco intorno a Porchiano, mostrando grande attenzione anche verso la salvaguardia ambientale, per donarlo alla comunità locale tramite il comune di Amelia. Si crea così un luogo di coesione sociale gestito dalla Pro Loco e animato dall’impegno degli abitanti della zona.
Nel 1979 Mattia, colpito da ictus, muore nell’ospedale di Amelia.
Starting with Mattia: notes for a collective biography between Porchiano and Paterson
Mattia Giurelli returned to live in Porchiano at the end of the 1960’s. He was 72 years old, and since he left for the USA in 1913, two world wars had been fought.
Before then, he had come back to Porchiano once already at the beginning of the 1950’s. He came back at that time looking for the places of his infancy: the house where he grew up, also the osteria (tavern) and the seat of the Farm Workers League that his father once directed. He was looking for his family sites and those connected with collective political gatherings.
Those places no longer existed because, in the meantime, fascism and the war had taken their toll.
Mattia’s fight against fascism was central to his work in America and in Paterson, a city dominated by a textile industry that counted many Italian immigrant workers. The fight against fascism took place primarily within the social circles (and clubs) and places for socializing, where politics mixed with dance and collective fun.
There is a kind of connecting thread that runs through the attention that Mattia gave politics as a means for transmitting experiences, the forms that civil resistance take and the “formation” of values for younger generations. It wasn’t by chance that while he was still in Paterson he began to follow the social life in Porchiano and sent sizable economic contributions for the acquisition of what would be the People’s House.
Mattia was a multi-faceted man: he was a worker, an entrepreneur, a person of extreme modernity and at the same time a person profoundly connected to the traditions of his homeland and to the worker’s (labor) movement. There was something of an anarchical and socialist spirit in him as can be corroborated in his correspondence and in the privileged relationship he had with the Action Party.
Once he had resettled in his native land, he spoke out and became a point of reference both in talk and in action for the militants in a wide swath of leftist movements. He also set up a series of activities to involve the young people from Porchiano and the greater Amerino area.
In 1973, he participated in the founding of the first Arci (define) circle in the area. However, a cultural political circle proved to not be enough for him. He bought the forestland around Porchiano with his savings from America, with the intention of safeguarding the environment and to donate it to the local community through the Municipality of Amelia. He thus created a place for collective social cohesion, administered by the Pro Loco (define) and maintained by the commitment of local inhabitants.
In 1979, Mattia was overcome by a stroke and died in the hospital of Amelia.