Nel pomeriggio di domenica 18 marzo, nella sala parrocchiale di Porchiano del Monte, la Caritas ha incontrato la comunità locale per raccontare le tante attività che l’associazione “San Martino”, braccio esecutivo della Caritas, esplica sul territorio ternano. Tra tutte, quelle svolte da quindici anni presso la Casa Circondariale di Terni.
Se la povertà aumenta tragicamente nel ternano e nuove indigenze richiedono l’attenzione umana dei volontari della Caritas, l’esperienza nel carcere insegna che la speranza può entrare in ogni luogo e alleviare la condizione umana più disperata.
L’uomo, e soprattutto l’uomo che ha abbracciato la fede cristiana, è chiamato a rivolgere uno sguardo di compassione e prestare soccorso. Qusto è stato narrato dal direttore Ideale Piantoni, da Nadia Agostini e dalla giovane Valeria Mazzoccanti, che hanno sottolineato come l’ascolto sia la risposta più efficace e toccante, e come le piccole azioni di supporto allevino la condizione di una società che deve sempre più confrontarsi con la solitudine.
La testimonianza di Sergio Pera, impiegato da 35 anni presso la Casa Circondariale di Terni, ha arricchito il messaggio di fatti concreti e di un agire quotidiano fra detenuti che una volta entrati fra le mura del carcere restano uomini e come tali devono essere visti. La privazione della libertà personale deve essere considerata l’unica loro pena: dignità e speranza restano invece prerogativa della loro umanità.
(Articolo a firma Consiglio Pastorale Porchiano del Monte, pubblicato su Il Banditore di Amelia di aprile 2018, trascritto da Marcello Paolocci)